domenica 8 maggio 2011

City of Fear (1959) di I. Lerner ★★★


Si può scrivere di un film come questo senza nominare Quentin Tarantino? Io ho già fallito, ma, a questo proposito, dirò soltanto che City of Fear si apre con due uomini su un’auto in corsa, uno dei quali sta morendo perché ha un buco in pancia. Aggiungo che il protagonista (un criminale) si chiama Vince, e il suo capo Eddie. E ora la trama.

Prima di evadere da Saint Quentin, il killer Vince Ryker ruba un cilindro di metallo dall’infermeria. È convinto che contenga eroina purissima – Vince la chiama «snow» – per un milione di dollari. Si tratta invece di micidiale cobalto radioattivo in grado di contaminare l’aria e l’acqua e di provocare un’epidemia in città…

Mi sono chiesto: cosa ti fa credere con così tanta certezza, cosa ti fa anche solo pensare che un tubetto d’acciaio ermeticamente sigillato contenga eroina purissima!? Dobbiamo crederci. Dobbiamo credere anche ai potenziali, catastrofici effetti dell’esigua quantità di cobalto. Ma in fondo sono le uniche concessioni richieste da una sceneggiatura altrimenti rigorosa. 

Noir? Più che altro, City of Fear è un thriller pulp, un film a budget basso. Relativamente basso, perché può contare su una produzione dignitosa, attori per lo più credibili [1], una buona colonna sonora e un notevole numero di gigantesche, gigantesche Cadillac cromate. Che altro serve? Naturalmente non ci sono i soldi per le scene d’isteria di massa, e quindi la tanto temuta epidemia – è evidente – non la vedremo in questo film. Meglio così.

Quella di Irving Lerner è un’economia rigorosa, professionale. Ci sono scene palesemente sfilabili che pure non fanno calare il ritmo del film. Il numero di inquadrature è basso ma ben calcolato. Dettagli? Controcampi? Sono indispensabili? No? Tutta pellicola risparmiata. È un film d’interni, principalmente, con qualche inseguimento d’auto e un paio di scorci di sporchi sobborghi di Los Angeles.

Nel complesso la premessa è migliore del film, che resta un’ora e un quarto di buon vecchio B-movie; inferiore, però, cult diretto da Lerner e interpretato da Vince Edwards: Murder by Contract (1957).

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[1] Tra le eccezioni spicca il magico Lyle Talbot, che in quello stesso anno compare anche in Plan 9 from Outer Space (1959)

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